Un umbratile flusso narrativo a trazione elettronica che affratella sotto lo stesso cielo passato e futuro, assenza e presenza, realtà e illusione.
Niente popò di meno che il Mar Tirreno a separare fisicamente i due artefici di questo disco autoprodotto: da una parte, in Sardegna, il musicista-producer Mario Inghes, dall’altra, in Emilia, la storica voce dei Disciplinatha Valeria Cevolani. La risultante di questa collaborazione a distanza sono sette brani raccolti in una sorta di concept sullo spazio-tempo che, già dal titolo (“Uno”), affratella in un corpus unico passato e futuro, realtà e illusione, assenza e presenza (quasi a voler richiamare il dualismo materia/antimateria di cui alla title track) attraverso il collante di un agguerrito armamentario analogico, inteso come longa manus dei tempi andati e al contempo anticamera di quelli a venire.
Sorprendentemente affiatati, come se avessero realmente lavorato gomito a gomito nella medesima sala di registrazione, Inghes e Cevolani alimentano un umbratile flusso narrativo a trazione elettronica dove le cangianti trame sonore del primo (impattanti le rifiniture della 6 corde) incontrano gli orditi visionari della seconda, alternando talune ambientazioni novantiane in odor di Scisma (“Etere”) e CSI (“Volevo Dirti”) alle oscillazioni umorali noise-acustiche di “Etere Frammento Irregolare”, alle movenze new wave di “Andromeda”, a quelle più darkeggianti di “Secouez Moi” e all’ariosità pop di quella “Ichinen Sanzen” che, in chiusura disco, accende un provvidenziale punto luce sulla persistente ombrosità delle atmosfere portanti.
Davvero un peccato se questo incontro rimanesse un episodio isolato.
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La recensione UNO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-06-28 10:11:00
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