Un caos ruvido e spiazzante è ciò che i Distorsonic propongono nel loro "Twisted Playgrounds": un album non per tutti ma che può dare tanto a chi accetta di giocarci.
Una possibile traduzione di “Twisted Playgrounds”, album del duo Distorsonic, è “parco giochi contorto”. Aldilà di quanto suoni orribile in italiano, questa traduzione riesce in realtà a cogliere bene il filo rosso del disco. Procedendo con l’ascolto, infatti, diventa progressivamente evidente come ci troviamo in un vero e proprio parco giochi, ideato dai due musicisti ad esclusivo uso e consumo di loro stessi e di chi accetta di giocare con loro, seguendo le loro regole.
Contemporaneamente, però, ci si rende conto che il loro gioco è distorto e difficile, non facilmente giocabile da tutti; è alienante e allucinato, non fa sconti a nessuno. Per partecipare bisogna infatti riuscire a oscillare tra una destrutturazione quasi totale della forma canzone e del suono (“Caronte”) ad opera di bassi ronzanti e ritmi, e momenti più “canonici” dove emerge un rock lunare e psichedelico, aspro e ruvido (“Subterranea”). Le contaminazioni sono tante, e la scoperta di ciascuna di esse la lasciamo ai solutori più che abili (cit.); non si possono però non menzionare i primi minuti di “Headhunting”, dove una cassa simil-techno scandisce dei riff da polveroso western.
Un disco per pochi, per chi decide di piegarsi alle sue regole; ma una volta fatto vi renderete conto che c’è molto da ascoltare.
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La recensione Twisted Playgrounds di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-07-02 01:25:11
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