Il pop punk incendiario degli Smokey Punch dà vita ad un disco che è anche una pasticca sonora benefica che provoca ingiustificata euforia e mette i problemi in secondo piano
Pop punk incendiario che rischia di dar fuoco alle vostre case. Non a caso questo disco si intitola “Don’t play this at home”, perché è davvero sconsigliato ascoltarlo in ambiente chiuso (la copertina spiega il resto).
Gli Smokey Punch (formatisi nel 2012 ma poteva benissimo essere anche il 2002 per la loro attitudine e i gusti musicali) mettono subito le cose in chiaro: non fate girare questo disco sul giradischi di casa o peggio ancora in cuffia, perché il punk sta agli ambienti chiusi e alle cuffie come il brodo sta alle forchette.
Se musicalmente questo nuovo lavoro della band di Collecchio si destreggia tra velocità punk, melodie pop e suggestioni che barcollano alcoliche tra rap e hardcore, nei testi i nostri tendono a restare in ambito di svago (con qualche piccola eccezione più riflessiva), parlando soprattutto di amori (quasi sempre finiti o impossibili), feste e soprattutto tanta tanta amicizia, che sembra il vero valore imprescindibile di questa band.
Prodotto da Vinx dei Vanilla Sky, “Don’t play this at home” è un toccasana per chi è stato accompagnato da questa musica sin dagli anni ’90 e fino alla prima metà degli anni zero, fino a quando cioè non è giunto il cosiddetto “indie” a far passare di moda uno stile che, ribelle per natura, si è rivelato per fortuna duro a morire, pur restando relegato alle sole nicchie di irriducibili.
Non vi aspettate insomma suoni che ci ricordino che siamo nel 2019 e in Italia, non vi aspettate virtuosismi accalappia “like” e nemmeno chissà quale originalità compositiva ma prendete questo disco per quello che è: una immaginaria pasticca benefica che provoca ingiustificata euforia e mette i problemi in secondo piano rispetto all’importanza di far feste, bere birra e lasciarsi andare.
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La recensione Don't play this at home di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-06-09 11:47:41
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