"L'Envol" è un album intimo e delicato come una poesia crepuscolare: bravo Jordane Tumarinson
Definire semplicemente come musicista Jordane Tumarinson sarebbe un errore troppo marchiano anche per un ascoltatore molto ma molto distratto. Già perché Tumarinson è anche e soprattutto un compositore e questa sua caratura artistica e accademica la fa sentire praticamente in ogni dove lungo questo "L'Envol", un disco che, senza nasconderci dietro ad un dito, non temiamo di definire come "bellissimo". Bellissimo perché, quasi come se fossimo di fronte ad un lavoro di Yann Tiersen, le composizioni di Tumarinson sono trascinanti e estremamente liriche, proprio come la title-track che, tra l'altro, è anche il nostro preferito dell'intero album. Non abbiamo voluto citare Ludovico Einaudi come possibile riferimento artistico perché in "L'Envol" la parte ritmica è molto più preponderante come maggiormente rimarcato è anche il sapore vagamente malinconico delle composizioni. Ad esempio "Solstice", l'ultima traccia, è davvero qualcosa che travalica le classiche definizioni di musica pop e musica classica per entrare in un limbo indistinto, ma di assoluto fascino, che non capiamo perché, ancora, qualche regista particolarmente illuminato non abbia scelto questa traccia per commentare la scena caposaldo del suo prossimo film. Nell'attesa di vederlo e "sentirlo" in sala riascoltiamo, estasiati, ancora una volta il piano di ordane Tumarinson.
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La recensione L'Envol di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-06-13 08:25:09
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