E ci credo che “Scusa” è entrato nei sedici pezzi in lizza per il San Remo 2005, arrivando quasi fino in fondo all’iter selettivo di fronte all’allora commissione capitanata dall’istrionico Paolo Bonolis e dal “tecnico” Gianmarco Mazzi. Perché è una torta ingegnosamente farcita di tutto quanto più tira in questo periodo nel mainstream oltremodo – uso un eufemismo – disposto a compromessi. Quel mainstream alla VideoItalia, per intenderci. Che gioca sul casereccio, sull’orecchiabile più estremo, sul biondino alla voce. Che se la canta e se la suona da sé. “Scusa”, dicevo: pare un pezzo di Simone, quel simpaticone della Music farm, con la consulenza dell’artista più popolare in Italia fra i giovani della fascia 14-24 anni (cioè Max Pezzali). Oltre ad un bridge copiato paro paro, ai limiti del plagio, da “Funzioni primarie” dei Velvet (che però è l’unica cosa buona del brano, magari tutti come il gruppo capitolino). Per il resto una drum-machine piuttosto elementare e un attacco che fa davvero Sugarfree. Insomma: un vero carnaio da cui guardarsi bene. Laddove avesse superato le selezioni sanremesi sarebbe stato il classico pezzo che passa tranquillo mentre noi, poveri critici da quattro soldi, mangiamo le caldarroste a fine pasto ignari della tragedia che va consumandosi nell’etere corrompendo povere anime adolescenziali in tremebonda attesa di uno sfogo.
Gli altri quattro pezzi di questo Ep - prodotto dal chiaro intento promozional-radiofonico, per carità nulla da obiettare in merito – proseguono, segnati da un’originalità ancor più latitante, sulla stessa deprimente linea. Mi spiego: deprimente perché non c’è nulla dentro. Sono pezzi che, al di là della pochezza intellettuale dei testi, musicalmente viaggiano fra l’Umberto Tozzi più bieco che ricordiate e – ora mi viene in mente – gruppi tipo i Chakra della Blond record. “Concentrati” è Daniele Vit che flirta con Paolo Meneguzzi. “Sembra impossibile” apre con un intro pseudo-electro imbarazzante, che, traghettato da una strofa ancor più imbarazzante, messa lì a riempire, si ripresenta in un inciso che neanche se ci si fosse messi a tavolino si sarebbe potuto progettare meno originale di com’è venuto fuori. “Sembra impossibile, ma è molto semplice per noi”, tanto per darvi una chicca delle lyrics. “Dorme Melody” sta fra i Gemelli diVersi – raccapricciante lo stesso approccio sul crinale della falsa e stupida denuncia alla “Mary” - e Tiziano Ferro (col suddetto Meneguzzi sempre in agguato). A parte qualche stacco in cui le chitarre rivengono fuori, ma è tardi per cambiare direzione a un pezzo del genere.
Ognuno fa la musica che vuole. E che magari in certi contesti sfonda. Qui, non c’è nulla. Davvero. Ad eccezione di un pezzo costruito per Sanremo (e scartato). Oltre ad una gamma di cinque pezzi che sintetizzano tutto il patinato più insopportabile dell’industria discografica italiota. E non è critica sterile: ci sono quattro ragazzi che evidentemente amano suonare e che le loro banalità le impacchettano anche discretamente, con una produzione tutto sommato pulita. Ma è come mettere la carta da fiori al cestino dell’aspirapolvere.
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La recensione Scusa Ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-07-18 00:00:00
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