Il progetto dark-noise di M.O.S. aggiunge un nuovo tassello al suo "mosaico dell'incubo"
Molto probabilmente un disco come questo "Decadent Symphonies of the Second Millennium", al netto dei giudizi e dei gusti personali, non è forse il lavoro ideale da ascoltare in piena estate. Già perché le atmosfere dark-noise di M.O.S. (Movimenti Onirici Sintetici) si sposano molto meglio con le nebbie dell'autunno o i geli dell'inverno, piuttosto che con i pomeriggi "troppo azzurri/troppo lunghi" della bella stagione. Eppure, per esempio in "Futuro distopico", seguendo gli arrangiamenti sempre stimolanti e attentissimi nel suono di Gabriele Moschini, ben presto ci si accorge di come le tenebre, o per meglio dire il buio, lo si può trovare anche, se non soprattutto, in piena luce. Ricalcando quindi l'immortale frase di Goethe, con "Decadent Symphonies of the Second Millennium" si esplorano giustappunto gli angoli residuali del nostro animo, quelli che preferiamo, forse per paura forse per vergogna, celare alla vista altrui ma che, proprio per questo motivo, sono molto più interessanti. Dal punto di vista squisitamente musicale, come precedentemente ricordato, M.O.S. realizza un disco poderoso, certamente sperimentale e di non semplice fruizione, ma che non rinuncia mai alla trovata ad effetto, all'arrangiamento ricercato e, infine, all'ideale sublime, per parlare in chiave filosofica. Ne consegue il fatto che "Decadent Symphonies of the Second Millennium" è un lungo viaggio negli oscuri meandri della nostra personalità: noi vi consigliamo di esplorarvi, perché ne vale la pena, anche al costo di perdere voi stessi.
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La recensione Decadent Symphonies of the Second Millennium di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-07-24 07:59:00
COMMENTI (2)
@gabrielemoschini sono io che ti ringrazio. In effetti, ora che hai fatto riferimento a questo, si evince in maniera profonda e viscerale il tuo obiettivo di "non realizzare qualcosa di improvvisato" ma di fortemente ancorato a quello che davvero sei tu come artista. Quindi ancora complimenti e a..."risentirci" :)
Ciao Mattia, grazie per le tue parole, hai colto lo spirito del lavoro, dopo anni di band approssimative e compromessi, a 50 anni ho realizzato quello che avevo dentro arricchito dal mio background musicale, un opera intima...che mi rappresenta, grazie davvero, contento che tu abbia apprezzato... continuerò l'esplorazione degli angoli residuali del mio animo.... e magari, non è detto,... con più luce.