La trap a base di voci modificate e basi imprevedibili di Ill Manager ha l'aria di qualcosa di divertente, che però non riusciamo a capire bene
‘Ill’ è un classico termine dello slang hip-hop, e immagino ne sappiano qualcosa anche Ill Manager e i quasi omonimi personaggi che affollano questo EP, nomi come Ill Busta, Ill Franco o Ill Dhamer. Le cinque tracce di Porto d’Armi, tuttavia, non sembrano avere molto a che fare con la doppia h, anzi. Certo, il rap e la trap sono sicuramente l’unica coordinata chiaramente intellegibile del lavoro, dai temi trattati nei testi alle produzioni. Dimenticate però l’autotune, che non manca ma soccombe di fronte a voci costantemente effettate come in una telefonata minatoria, o pitchate in alto come in un intro degli Elio e le Storie Tese, che già alla fine della prima traccia iniziano ad appesantire l’ascolto rendere difficile la fruizione. Una sensazione di disorientamento non molto dissimile da quella che danno le produzioni, che da una base di partenza trap possono, in maniera abbastanza inaspettata e tutto sommato poco comprensibile, svoltare e presentarci cassa dritta o synth dance un po’ raffazzonati (Spadello o Booster). Tranne forse nel caso di Alta Salumeria, un pezzo trap tutto sommato gradevole e con beat e voci più o meno nella media degli esordienti, il resto dell’EP ha un po’ l’aria di quelle cose che fai per divertire la compagnia di amici, prendendo per il culo persone, fatti e situazioni condivise. Una cosa, insomma, un po’ per scherzo; probabilmente uno scherzo anche divertente, magari ci troviamo davanti a una sorta di demential rap, ma ci mancano gli elementi per capirlo. Cos’è Spadello? Cosa si va a fare alle Pop? La risposta purtroppo rimane un mistero anche ad un ascolto approfondito dell’EP, magari speriamo ce la possa dare Ill Manger prendendo un bel respiro e provandoci di nuovo.
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La recensione PORTO D'ARMI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-08-27 19:26:20
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