"I Remember the Trees" di AKE è un disco fatto di "macchine e sogni"
Sogni e macchine. Occorre partire da qui, da quest'inedito accoppiamento di realtà molto diverse tra di loro (e che potrebbero essere racchiuse nel concetto "pensiero ideale/pensiero materiale) per analizzare "I Remember the Trees" il (bel) disco di AKE. Un pezzo come "Polvere", il primo di questo album, è indicativo del fatto che Elia Pellegrino aka AKE (scusateci per il gioco di parole) sappia il fatto suo: infatti grazie ad un sapiente uso, giustappunto, delle "macchine", AKE costruisce un discorso sonoro che abbraccia il lo-fi più visionario, anzi, per dirla meglio, per dirla in maniera più corretta, sognante. E proprio dall'associazione tra le già citate macchine "dei suoni" e i sogni "che si fanno musica" si districa il lavoro di Pellegrino, che spesso e volentieri sfocia in uno sperimentalismo di grande gusto, oltre che di ottima riuscita. Certo l'album non ha una qualità, diciamo così, omogenea dato che si passa ad un inizio davvero ottimo, poi si assiste ad un certo calo (specie per quanto concerne l'ispirazione e la "varietà" dei pezzi) per poi risalire a galla con una traccia-bomba come "In reserve", quinta canzone nonché la nostra preferita dell'intero lavoro. Nonostante quindi questi, piccoli va detto, alti e bassi il musicista di Torino ci ha convinto: ecco perché "ne vogliamo ancora", "ne vogliamo di più": però al prossimo giro senza troppe montagne russe ma più "dritto per dritto" no?
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La recensione I remember the trees di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-09-02 08:04:24
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