Un ep d'esordio convincente, che dimostra come si possa entrare a testa alta nel mondo del pop anche senza la benedizione di un talent televisivo.
L’accesso principale al mondo della musica pop, oggi in Italia, è regolato dai talent show: inutile negarlo. Negli ultimi tempi, infatti, raramente è emerso “dal basso” un progetto pop che fosse in grado di farsi valere nelle classifiche. Pur non avendo nulla contro l’universo talent, è importante ricordare che non è –e non dovrebbe diventare- l’unico modo per relazionarsi con la musica pop.
Un progetto come quello di Mitumme, al secolo Alexandra Gamberale, ci ricorda esattamente quest’ultimo punto. Con il suo piccolo ep d’esordio, “Aspettando Godot, vivo?”, Mitumme ci propone un quarto d’ora di musica pop innervata di robuste influenze elettroniche, ben scritta e gradevole, con brani come “Il Sole ritornerà” che non sfigurerebbero in heavy rotation su qualche radio nazionale. Le cinque canzoni, incentrate sul racconto della propria quotidianità e delle sue varie sfaccettature, alternano atmosfere più positive (la già citata “Il Sole ritornerà”, “La mia realtà”) a momenti più intimi e introspettivi, come in “Sacrificati per metà”. È forse proprio in questa canzone, costruita (a differenza delle altre) quasi esclusivamente su un arpeggio di chitarra, che emerge maggiormente il potenziale di Mitumme.
Un potenziale limite del disco è dato dalla natura degli arrangiamenti, a tratti non ispiratissimi: sebbene “Sacrificati per metà” contribuisca, con la sua natura acustica, a creare un po’ di varietà, nel resto dei brani la scelta dei suoni risulta alla lunga un po’ prevedibile. In un ep di cinque canzoni questo aspetto non risulta preponderante e si può tranquillamente ignorare, ma nella prospettiva di un futuro primo album bisognerà trovare l’audacia di osare e la fantasia per evitare il “già sentito”.
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La recensione Aspettando Godot, vivo? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-08-31 21:51:40
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