Per June 1974 la terra non è un posto per gli amanti ma forse in un futuro freddo che possiamo ancora eviatre di costruire
Federico Romano, oltre ad essere scrittore e poeta, porta avanti con dedizione le sue elucubrazioni strumentali ormai da circa dieci anni, con il moniker June 1974. Il nuovo capitolo di questo suo progetto musicale è questo “Earth is not a place for lovers” che ancora una volta ci propone composizioni a metà strada tra post rock e dream pop con scintillanti venature elettroniche.
I brani di June 1974 sono colonne sonore per viaggi metafisici in cui si abbandona la realtà tangibile per scoprire mondi apparentemente surreali. Nel caso di questo nuovo lavoro sulla lunga distanza i pezzi potrebbero far da colonna sonora a panorami sci-fi che ridisegnano i territori e le città del nostro pianeta metallizzando i palazzi e innalzandoli quasi fino al cielo, intrecciando strade e autostrade volanti dalle architetture contorsionistiche su cui umani impazziti corrono da una parte all’altra a bordo di capsule trasparenti in cui c’è posto per una persona sola, come nella versione parossisticamente individualista della società immaginata nel freddo futuro di una Terra inadatta agli amanti.
A spingere in questa direzione la fantasia sono soprattutto le frasi semplici delle composizioni, che si ripetono come per travolgere in un’ipnosi psichedelica che appunto non lascia alcuno spazio all’amore, convogliando pragmaticamente tutti gli sforzi in maniera concentrica dentro se stessi e il proprio microcosmo solitario fatto di lavoro, soldi, arrivismo e smania di possesso.
In strutture compositive che sembrano precludere qualunque coinvolgimento emotivo giungono talvolta carezze di arpeggi o palpiti di pianoforte sussurrandoci che forse non ancora tutto è perduto e possiamo ancora combattere per evitare che la Terra diventi un posto ostile per gli amanti.
---
La recensione Earth Is Not Place For Lovers di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-08-04 17:47:11
COMMENTI