Il primo omonimo lavoro del power trio bresciano è un’ottima prova che lascia trasparire le varie sfumature musicali di una band che sta ancora cercando il confort nel suo nuovo abito cucito su misura.
Come nella famosa opera di Pirandello, “Il fu Mattia Pascal”, Se decidessimo improvvisamente di cambiare radicalmente la nostra vita, ancora prima del lavoro, della nazione o dei connotati, il primo elemento che andrebbe modificato dovrebbe essere il nome. Uno “switch” che comporta inevitabilmente una svolta della propria esistenza.
Il power trio bresciano Vitanova- dopo una lunga gavetta a suon di rock anni 90 e un centinaio di nebbiosi concerti tra le steppe della pianura padana- ha deciso di intraprendere la strada dell’indie-pop sotto il titolo di Sartoria Volume. Una scelta maturata nel clima di una delle capitali artistiche della provincia italiana, in una città che negli ultimi anni ha saputo mutare la propria nomea da Mecca della tecno e delle serate a vera e propria fucina di talenti.
L’attitudine rumorosa permane anche nei nuovi componimenti ma le intenzioni si fanno più raffinate nella figura del sarto-musicista che deve cucire i propri testi sulle melodie e le melodie sui propri ascoltatori. Il nichilismo diventa ironia rendendo l’ensemble nel complesso più melodico, digeribile, mischiando le sonorità del pop- rock “schitarrato” di matrice inglese all’aulicità di un determinato cantautorato italiano.
A metà strada tra i Kooks e i Timoria, il primo omonimo lavoro del trio bresciano è un’ottima prova che lascia trasparire le varie sfumature musicali di una band che sta ancora cercando il confort nel suo nuovo abito cucito su misura.
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La recensione Sartoria Volume di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-06-11 18:20:00
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