Se a metà anni 80 Ivano Fossati non avesse smesso di girovagare per “Panama e dintorni” o di roccare e rollare con la sua banda, forse il presente del mainstream rock sarebbe stato quello che ci presenta il toscano Luca Nesti, senza vaschi di turno d’intorno. Quello di Nesti è infatti un rock duro e grintoso, che nella vocalità rimanda direttamente al genovese, tanto che in “Lettera dalla fine del mondo” si cita esplicitamente “Il disertore”. Certo, Nesti dimostra di non aver solo Fossati nella sua collezione di dischi: per restare al periodo fine 70 inizio 80, se frugaste bene trovereste l’oscuro Venditti di “Ullàlla” (che si affaccia a tratti in “Ho cambiato idea”), il Finardi politico (vedi “Il politico perfetto”), perfino l’introvabile disco solista di Bernardo Lanzetti, per un certo periodo voce della Pfm. Ma Nesti dimostra di avere assorbito anche ascolti più recenti: le sfumature alla Giolindo Ferretti & Pgr con cui si apre la solita “Ho cambiato idea”, gli spunti alla Afterhours di “Tra me e la donna”. Ma si tratta di sfizi, spigolature, pinzillacchere, inserite in un contesto che deriva soprattutto da Fossati, e che si costituisce in un suono rock denso e furioso, che mi ricorda, nel panorama contemporaneo indie italico, quello dei veronesi Farabrutto. Rispetto ad essi, Nesti è più radio-friendly e meno pesante. Non per questo mi risulta più gradito.
Insomma le cose stanno così: vi piace un suono rock furioso, ma classico e americano? Amate Fossati? Vi sono piaciuti i Farabrutto? Nesti vi manderà nei matti, dal piacere. Non digerite granché nessuno dei suddetti? Alla larga.
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La recensione Ho cambiato idea di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-07-25 00:00:00
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