“Moorea” è un viaggio nell’Ade che i Black Corrida affrontano traghettati da Nick Cave per lottare contro le paure e i tormenti dell’animo umano
Una danza oscura lunga dieci tracce. Si può riassumere così l’esordio su lunga distanza dei vicentini Black Corrida con “Moorea”, pubblicato lo scorso maggio.
Traghettati in giro per l’Ade da Nick Cave vestito da Caronte, i nostri affrontano un lungo viaggio attraverso le paure, le follie e i tormenti dell’animo umano, antagonisti di questa “corrida nera” che ha ispirato il moniker della band. L’uomo di fronte ad essi è inerme come il toro, mentre i mali e le angosce, in veste di sadici toreri armati di spade aguzze, con l’inganno attirano le loro vittime sul campo e cercano di infilzarle appena abbassano la guardia.
La danza oscura che accompagna questo viaggio allegorico è condotta da una voce profonda e gutturale, a metà tra Ville Valo e Marilyn Manson, che sembra personificare (come ogni cosa in questo disco) un demone minaccioso che segue il viaggio sonoro dei Black Corrida nascondendosi nell’ombra. Gli arrangiamenti colgono a piene mani usi e costumi della darkwave e del gothic rock proiettandosi in avanti (o all’indietro, in base ai punti di vista) fino alle colonne sonore di film dalle atmosfere western ma girati con gli zombie. Inutile sottolineare perciò quanto la tensione sia costante in ogni traccia di questo “Moorea”, dalla narrativa “Deadwood” alla più sommessa “Down in Mexico”, dalla cavalcante “The saddest race” al tango di “Daughter of joy” fino all’esplosivo finale affidato a “Leaky morality”.
“Moorea”, che è una splendida isola della Polinesia francese – e che in tahitiano significa “ramarro giallo” (ringraziamo Wikipedia per l’info) –, diventa con i Black Corrida un luogo sonoro altrettanto lontano e con i vulcani perennemente in eruzione, come le ottime idee di questa band.
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La recensione Moorea di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-08-20 15:32:00
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