Un esordio che ripropone nostalgicamente il suono rock dei primi anni Duemila, restituendone la forza e l'energia senza sconfinare nel citazionismo fine a se stesso.
“Memory box”, ovvero “scatola dei ricordi”: un contenitore in cui poter conservare fotografie, ricordi, ninnoli e cimeli vari che ci riportano alla mente una persona, un luogo, un evento al quale siamo legati. Memory Box è anche il titolo dell’album d’esordio del duo emiliano Century Light, e bisogna riconoscere che è piuttosto appropriato.
Ascoltando le dieci tracce (nove più un remix), l’impressione è proprio quella di stare assistendo all’apertura di una scatola dei ricordi musicale, al cui interno troviamo dei brani che sembrano essere usciti direttamente dal primo decennio degli anni Duemila. Il suono che i Century Light decidono di proporre pesca a piene mani dall’immaginario musicale di quel periodo, grazie ad un rock rivestito di tastiere ed elettronica che riporta ad un incrocio tra il pop-rock degli Zebrahead e i The Killers più aggressivi. La rilettura che fanno di quegli anni, pur non inventando niente, è fedele e riesce a far scendere la lacrima nostalgica verso quel rock radiofonico che negli ultimi anni ha visto la propria popolarità pesantemente ridimensionata: il loro lavoro riesce a suonare grandioso e convincente, senza peccare di superbia o risultare posticcio.
Tra rock anthem mancanti solamente di uno stadio in cui essere suonati (“Beast”) e ballatone più intimiste ma comunque imponenti (“Describe”), Memory Box è un album che sembra uscito direttamente dall’epoca lontanissima in cui le rock band dominavano la Terra e gli stadi.
---
La recensione Memory Box di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-01 01:17:02
COMMENTI (1)
Grazie mille!