Di teorie cospirazioniste, ingiustizie e futuri distopici raccontano i primi quattro brani dei Kalergi, che mostrano subito la loro urgenza comunicativa
Kalergi, ovvero Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, era un conte e filosofo austriaco che già all’epoca della prima guerra mondiale andava teorizzando la necessità di integrazione tra i popoli e le culture, in contrasto con la tendenza a preservare la “purezza della razza”, poiché riteneva che l’“uomo urbano”, figlio di razze differenti, è per sua natura meno avvezzo alle guerre rispetto all’“uomo rustico”, discendente di una stessa etnia, considerato più “debole di spirito”. In seguito le sue teorie vennero distorte e manipolate “da teorie del complotto di matrice nazifascista” e ricondotte “ad un fantomatico piano di sostituzione etnica” denominato poi proprio “piano Kalergi”, che ben poco quindi ha a che fare con il filosofo.
È importante ricordare chi era l’uomo da cui questa band ha mutuato il moniker per comprendere in questo modo le ragioni che hanno spinto due membri dei The Death Of Anna Karina (Andrea e Davide), la bassista dei Lleroy (Chiara) e Simone Cavina (dietro le pelli con diverse formazioni tra cui Junkfood, Ottone Pesante e Iosonouncane) a dar vita ad un nuovo progetto musicale che porta un nome tanto impregnato di significati e quindi sicuramente non scelto a caso, che si inaugura con un ep brusco e diretto come questo “New Crobuzon”.
Le tormentate e tormentose urla di Andrea ci introducono in questo ep già dal primo brano, “Post trauma”, e proseguono laceranti anche nei successivi tre pezzi. Le sonorità acide dei Kalergi, il loro noise sferragliante irrobustito da chitarre distorte, dal basso viscerale e da ritmiche in preda a convulsioni battagliere, suonano come Il Teatro degli Orrori gettati in un frullatore insieme agli Unsane e ai Girls Against Boys, con i testi cantati/urlati rigorosamente in italiano per piantarsi saldamente nelle coscienze del nostro popolo, visto che raccontano piccole storie dei “diversi”, degli stranieri, degli emarginati e indifesi, oggi più che mai temi caldi e attuali.
Un progetto dalla fortissima urgenza comunicativa che rappresenta perfettamente le inquietudini di un futuro distopico verso il quale ci stiamo pericolosamente dirigendo.
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La recensione New Crobuzon di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-09-06 11:17:00
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