Undici brani intimi e intensi, piccole istantanee la cui forza è nell’essenzialità,
Difficile trovare un artista dell'integrità e dello spessore di Cesare Basile, lontano dalle mode e dalle dinamiche del mercato eppure forte di una così marcata potenza espressiva e di una poetica tanto dirompente.
“Cummeddia” prosegue nel solco degli album in dialetto siciliano e della riscoperta delle radici culturali e sonore, disegnando undici brani intimi e intensi: piccole istantanee la cui forza è nell’essenzialità, nell’assenza di artifici, nell’autenticità che arriva diretta all'animo.
Come spiegato dallo stesso cantautore, in dialetto "Cummeddia" sta per cometa o aquilone, e rappresenta un presagio di sventura e un monito divino dell’arrivo della “peste” che stravolge le relazioni umane portandole all’individualismo e contro la quale l’unica direzione possibile è quella della rivolta: un ribaltamento delle regole e del comune sentire che è l’unica strada percorribile per non soccombere ad una visione del mondo che ci sembra aliena e indissolubile. Basile ne è consapevole e nelle sue scelte artistiche e personali se ne fa portavoce, con l’idea di “ripartire da relazioni in cui la musica non viene comprata nè venduta ma proposta e suggerita”, o attraverso decisioni nette, come quella di non ritirare la Targa Tenco nel 2013 in polemica con Gino Paoli che aveva attaccato l’esperienza dell’occupazione del Teatro Valle di Roma.
Musicalmente capace di mescolare i suoni della tradizione alle distorsioni, il folk al rock e al blues, l’album è immerso in atmosfere oscure da cui si emerge solo nella conclusiva “Mina Lu Ventu” e alle sue aperture mediterranee che conducono verso la world music. Un equilibrio perfetto che deve parte della sua forza al ruolo svolto dalle voci di Vera Di Lecce e Alice Ferrara, colori fondamentali nella complessità del quadro.
Così come molte altre volte in passato, attraverso le sue canzoni Cesare Basile ci insegna che la musica è arte da cui è impossibile astrarre i sentimenti e per la quale vale la pena spendere la propria esistenza.
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La recensione CUMMEDDIA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-09-30 20:32:00
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