Gli insegnamenti elettronici degli ultimi 40 anni (dal kraut alla synthwave) rimodulati alla luce di una raffinata, quanto piaciona, sensibilità pop.
Partorito a Londra ma confezionato a Lecce, l’esordio di Soul Island (Daniele De Matteis all’anagrafe) trasuda nostalgia da tutti i pori, per quanto rinfrescata da una leggera brezza di provvidenziale contemporaneità.
All’insegna di un compromesso controllato tra intimismo e contemplazione del mondo, suggestioni ottantiane e novantiane, piacionerie pop e concettualismi sintetici, in una continua fluttuazione tra perdizione onirica e realtà, le nove tracce di “Shards” palesano la misurata versatilità del producer salentino nel saper capitalizzare al meglio gli insegnamenti elettronici degli ultimi 30 anni (ma volendo anche 40) alla luce di una raffinata sensibilità pop (anche per merito delle soffuse trame vocali).
Dagli OMD più sperimentali evocati in “Neon Vision” alle derive tangeriniane di “Night Shore”, dagli ammiccamenti IDM di “Perlin Time” e “Lead Out” alle patinature soul di “Soul Drain”, dalla dancefloor scalena di “Bleed” alle siderali spaziature future-pop di “Ocean”, fino al lungo congedo tribal-transistorizzato di “Mother, tutto lascia intendere quanto ancor più ampio e diversificato possa diventare il raggio d’azione del buon Daniele, nonché presagire a una sua duratura permanenza in quella prolifica terra di mezzo tra memoria storica e accattivante futurismo.
Noi, intanto, nell'attesa di auspicabili sviluppi, ci scusiamo per la tardiva recensione.
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La recensione Shards di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-21 16:11:00
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