Alberto NemoVapaus2019 - Trip-Hop, Sperimentale, Electro

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Più nero del nero: l'abisso di Nemo in "Vapaus" non è mai stato profondo

Basta l'attacco di "Genopli", primo pezzo che compone "Vapaus", nuovo disco di Alberto Nemo, per farci comprendere come, questa volta, il livello di profondità raggiunto dall'artista veneto sia, per così dire, "oceanico". Già perché se Nemo non è nuovo a simili "sprofondamenti" nella propria arte, a questo giro si va ancora più giù. In tal senso è utile affermare come gli arrangiamenti di questo "Vapaus" siano ancora più complessi e ricercati rispetto ai precedenti. La sensazione di sacralità, di assistere ad una sorta di cerimonia, se non di messa ("laica" o "nera" fate voi) del tempo antico è qui ancora più acuita dal canto di Nemo che raggiunge vette mai toccate prima. Chiaramente vette viste "giù da basso", in quello sprofondare che ricordavamo prima. Il senso di andare sempre più giù è incarnato da "Iddia", la seconda traccia, la nostra preferita. Iddia ha infatti un ritmo lento e ipnotico, che raffigura bene l'idea di una catabasi interiore che mette davanti l'artista, se non proprio l'essere umano, ai propri demoni. Non c'è battaglia o lotta di coscienza, piuttosto un fitto e oscuro dialogo di cui non ci è dato sapere il contenuto ma di cui abbiamo modo di conoscere i risultati. E i risultati sono un disco come questo: oceanico, nella sua insondabile profondità e dove c'è pure spazio per Vittorio Gassman che legge "L'Infinito" di Leopardi.

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La recensione Vapaus di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-27 08:04:20

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