Non celarsi, neppure per un secondo, dietro a nulla: "Anni90" di Gevona è un viaggio nel tempo senza se e senza ma
Se lasciate partire una canzone a scelta di questo "Anni90" di Gevona partirete per un viaggio all'indietro nel tempo da cui non potrete proprio scendere. Già perché l'album in questione studia e "analizza" un certo modo di fare, ma soprattutto di produrre e pensare, la musica dance e elettronica negli anni Novanta e poi lo declina, grosso modo, nel modo più fedele possibile, in otto canzoni. Intendiamoci, i pezzi non sono affatto brutti, anzi, e alcuni, come ad esempio "Zou", la quarta traccia (ogni pezzo porta il nome di un personaggio di un'anime, fondamento culturale per l'intero decennio) a nostro giudizio la migliore di tutte, si segnalano per un'ottima verve dal punto di vista compositivo. Quello che però manca, ed è una mancanza abbastanza importante nell'economia generale del disco, è un po' di "anima". Andiamo a spiegare. Di per sé le canzoni di Anni90 fanno il loro lavoro temporale, ovvero di trascinarci, mani e piedi, di trent'anni indietro nel tempo. Ma, proprio come abbiamo scritto, "ci trascinano mani e piedi", non ci accompagnano, non siamo convinti da Gevona a seguirlo, no tutto il contrario. Questa costrizione, dettata anche dall'ottimo "impianto filologico" dell'album, non ci permette perciò di vivere appieno quella decade di musica elettronica ma solo di "studiarla" in modo freddo e, appunto, analogico. E invece, come ben sapete, sul dancefloor la teoria è nulla: quello che conta è la pratica dei "piedini che si muovono a tempo".
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La recensione Anni90 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-09-29 07:42:04
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