Aristocrazia del suono per "The Bridge of Dark Existence"
Alcuni dischi "li prendi" per i testi, altri per i sentimenti che ti suscitano senza starci troppo a pensare e, altri, banalmente, perché ti sta dannatamente simpatico l'artista in questione. "The Bridge of Dark Existence", il nuovo disco di Santolo Marotta, a ben vedere, lo si può pigliare per una e una sola ragione e che si può riassumere nella fondamentale definizione di "aristocrazia del suono". Già perché il compositore riesce a mettere in piedi una vera e propria opera che spazia da momenti più vicini alle colonne sonore ad altri a vere e proprie composizioni da musica classica la quale scava nel profondo del, tormentato, animo umano, soffermandosi, con un piacere quasi lascivo, negli angoli più bui e reconditi dello stesso. "Horror", la quinta traccia e nostra preferita in assoluto, ne è un ottimo esempio. Infatti il pezzo è, fondamentalmente, una specie di ost da scena, giustappunto, horror e la musica evoca in maniera perfetta quella sensazione di ansia mista a verde terrore che ci piglia nei migliori film di genere. Ecco, proprio questa capacità di evocazione va di Marotta e segnatamente di questo "The Bridge of Dark Existence" un concreto manifesto dell'aristocrazia del suono. Infatti la capacità di evocazione non sarebbe stato così forte con un suono, passateci la metafora, meno "dal sangue blu".
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La recensione The Bridge of Dark Existence di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-02 08:20:25
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