Un ottimo disco post-stoner per i toscani LowLouders
Mantra robotici di chitarre distorte, psichedelia a bassa intensità, distorsioni tenute a bada, quasi distanti, e sguinzagliate in scoppi di rabbia cupa o di furia edonistica, sempre con un piede nella canzone rock e uno nelle forme liquide di derivazione alternative metal. Davanti a questa grammatica musicale, a chi è a digiuno di stoner potrebbe venire un colpo ascoltando Room_2, il primo LP dei toscani LowLouders. Chi invece conosce il canone stoner dei Kyuss e soprattutto la sua versione ‘post’, quella sintetizzata con successo dai Queens Of The Stone Age, non farà fatica a riconoscere il gusto melodico e il sound della creatura di Josh Homme nella sua versione più eclettica e sregolata, quella dei mitici Rated R e Song For The Deaf. Non è un dettaglio irrilevante, perché i QOTSA più indie rockeggianti e scanzonati sono un gruppo imitatissimo, ma pochi hanno il coraggio di confrontarsi con il caos creativo dei loro esordi. I LowLouders invece hanno preso il meglio della lezione delle Regine dei primi anni 0: la potenza bruta tenuta sotto controllo, l’inquietudine sensuale dei lick di chitarra, lo sconfinamento nell’hardcore con scream, l’alternanza fra pieni e vuoti con occasionale spazio per i suoni morbidi del piano, la voce che indugia spesso e volentieri in passaggi orecchiabili. L’impronta vocale si allontana però parecchio dal mezzo falsetto di Josh Homme dei QOTSA, con un cantato ruvido, spesso sopra le righe e istrionico, ma con una malinconia grunge dalle parti di un Chris Cornell meno tecnico o di un Mark Lanegan. E’ una delle peculiarità che permette a questo Room_2 di risultare relativamente fresco e non troppo derivativo, pur senza nascondere un’influenza importante; oltre al fatto di essere, soprattutto, un album scritto e suonato bene.
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La recensione Room_2 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-11-26 22:29:00
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