stefano meli STRAY DOGS 2020 - Strumentale, Blues, Alternativo

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Stefano Meli è tornato con i suoi scenari blues che trasportano in un viaggio alla ricerca del suono perfetto

La musica è un linguaggio universale ma il suo alfabeto di suoni non comunica solo attraverso frasi compiute, talvolta infatti quegli stessi fonemi si comportano piuttosto come i colori della tavolozza di un pittore, stimolando emozioni anziché descrivere, dipingendo scenari reali o astratti per comunicare attraverso le sensazioni evocate dalle immagini anziché spiegare. Come avviene tra i brani di “Stray Dogs”, il nuovo lavoro del compositore siciliano Stefano Meli, che rappresenta quasi un mosaico di suoni blues a tinte fosche, in cui la chitarra, pur essendone protagonista, rifiuta il ruolo dell’io narrante e preferisce suggerire, limitando i lunghi assoli per non raccontare storie univoche e avvolgendo invece l’intero sfondo attraverso plettrate evocative, riff sibillini e arpeggi vivaci come tentacoli di una piovra gigante che danza nelle lievi luci del tramonto. Negli sterminati campi di delay che avvolgono le scene non ci sono quindi frasi lunghe ma piuttosto evoluzioni armoniche, evidenziando in tal modo la propensione di Meli a creare colonne sonore.

Otto le tracce di questo album, e quasi tutte oltre i sei minuti all’interno dei quali le divagazioni strumentali procedono su terreni rocciosi e talvolta indefiniti o addirittura prolissi, ma è quando lo sconfinato universo di Meli si sofferma sui vuoti da riempire o sulle assenze da colmare, come nel brano “Absence” (il più coinvolgente del combo) che si illumina il senso di questo viaggio alla ricerca del suono perfetto.

 

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La recensione STRAY DOGS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-01-25 23:44:00

COMMENTI (1)

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  • littlelost.cat 4 anni fa Rispondi

    Grazie di cuore Doriana per le tue parole.
    Ste