Questo è un disco che non necessita di un necessario giudizio perché alla radice c'è molto di più: comprensione, speranza e un personale messaggio universale
Ci vogliono 75 minuti divisi in 5 tappe per arrivare sull’Antiterra, un non luogo dove la musica non è sottofondo d’intrattenimento indicizzato ma una forma d’arte pura.
Insomma, una cosa dannatamente importante. Qui i suoni sono colori e le note forma.
A dirigere l’orchestra ci sono 3 persone che, dopo 20 anni di dedizione sonora, padroneggiano perfettamente l’argomento, così bene da esprimersi senza aver bisogno di parole.
Sull’Antiterra non ci sono “canzoni”. La musica non riguarda un argomento in particolare ma li coinvolge tutti e la cosa più bella è che l’ascoltatore, se ne ha voglia, è parte attiva del racconto. La Squadra infatti, ci guida attraverso un pianeta di contrasti asprissimi, dove la luce abbaglia di gloria e le tenebre sono di nero puro.
Lasciandoci guidare tra le sfumature che le collegano, ci basterà infilare le nostre paure, le speranze e in genere, ciò che ci pare, per trasformare questo disco in un personalissimo messaggio universale.
Quando ci si slega dalle parole e si parla l’anti-lingua, la musica si adatta a chi l’ascolta, mentre chi l’ascolta la fa diventare ciò che è. Non c’è giudizio, solo comprensione ed in fondo un po’ di speranza, quella che mi lascia questo disco e che porto con me ogni volta che torno dai miei viaggi sull’Antiterra.
---
La recensione ANTITERRA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-12-05 11:28:00
COMMENTI