Il blues tradizionale, ma dal grande gusto, di Pierluigi Mosè Curtarelli
Beh sapete gli arpeggi di Chrish Sant, quinta traccia di questo Annascus di Pierluigi Mosè Curtarelli, sono, oltre che il nostro brano preferito dell'intero disco, anche la canzone più significativa, almeno per noi, per comprenderne il lavoro. Già perché il cantautore realizza un disco di blues, venato di cantautorato, tradizionale e, per così dire, calmo e posato, in cui i ritmi, le atmosfere e i sentimenti sono placidi, anche dolci ma sicuramente non frenetici, un po' come il paesaggio della Ciociaria. E non a caso abbiamo citato quella meravigliosa terra del Lazio visto che il nostro Curtarelli compone, scrive e canta le proprie canzoni proprio in dialetto basso ciociaro, legandolo ad un genere musicale come quello del blues.
Ecco l'incontro non è un scontro ma piuttosto un appuntamento tra amici lontani, che magari bene non si sono conosciuti mai, ma che in quest'occasione si trovano molto ma molto bene assieme, magari davanti ad un bicchiere di vino. Certo Curtarelli non brilla particolarmente dal punto di vista degli arrangiamenti che, un po' come abbiamo ricordato prima, sono molto piani, molto elementari se ce lo concedete ma non scontati. Infatti l'artista laziale ha bene in testa un obiettivo: realizzare canzoni blues gradevoli e cantarle in ciociaro. Beh missione compiuta Curtarelli, decisamente missione compiuta.
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La recensione ANNASCUS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-02-22 08:17:25
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