EP di Claver Gold e Kintsugi tra vecchia scuola del rap e fascinazioni mitologiche orientali
I lupi di Hokkaido, animali splendidi e potenti, vissero a lungo in armonia con gli abitanti dell'isola giapponese che dà loro il nome. La loro estinzione, registrata più di un secolo fa, avvenne a causa di un editto imperiale che li dichiarò pericolosi e nocivi per le attività umane. Da quel momento furono vittima di campagne di caccia ed avvelenamento.
“Lupo di Hokkaido” è l'ultimo esemplare della specie, che si rifiuta di accettare il proprio destino e di cambiare la propria natura. L'EP di Claver Gold e Kintsugi porta questo nome ed è una vera e propria dichiarazione di intenti: il carattere hip hop del disco è chiaro, deciso; le rime ed il flow ricordano più i maestri della vecchia scuola che il nuovo trend, sempre più spesso ibridato e corrotto.
È un disco potente e come l'ultimo lupo di Hokkaido Claver Gold non intende rinunciare alla propria natura. Si rivolge ad una fascia di ascoltatori non più giovanissima, cassa e rullante si sentono ancora, il lavoro di Kintsugi è impeccabile, e il risultato è anni luce lontano dalla trap o dal rap concepito come prodotto di mercato, senza per questo risultare di difficile ascolto. È un disco orecchiabile, ma non corre mai il rischio di diventare melodico o banale.
Troviamo nel disco numerose citazioni che spaziano dall'arte figurativa, alla letteratura, alla mitologia e che consacrano Claver Gold come uno degli artisti con più consapevolezza della scena hip hop italiana. Ma non per questo Claver Gold riesce, o intende, scrollarsi di dosso la provincia: sono numerosi gli omaggi alla strada ed ad uno stile di vita street, con tutte le luci e le ombre che questo comporta.
Uno dei temi centrali affrontati in questo disco è l'amore, o meglio le sofferenze che questo porta inevitabilmente con sé: storie passate o finite male che “lasciano nel cuore solo cicatrici”. E Claver Gold lo affronta senza quella misoginia che ha permeato (e continua a permeare) la scena hip hop italiana e internazionale e, ancor più raro, senza quella banalità con la quale viene spesso affrontato questo argomento.
La storia del lupo di Hokkaido prosegue per tutta la durata del disco, è un vero e proprio leitmotiv, recitata da una voce femminile, rigorosamente in giapponese. Racconta di una vicenda triste ma non solo, parla di resistenza e di ortodossia, di amicizia e immaginazione, conferendo al disco un tocco di sacralità e purezza.
---
La recensione Lupo di Hokkaido di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-02-15 15:33:00
COMMENTI