Sintetizzatori analogici come una sorta di religione pagana? Niente di meglio
Sintetizzatori analogici come una sorta di religione pagana? Niente di meglio. Già, è proprio questo il pensiero che ci è venuto spontaneo dopo aver spulciato in lungo e in largo Pills di Sun Ground. Questo disco è abbastanza profondo da un lato e immediato dall'altro che si può, in un certo qual modo, riassumere in una sola frase, quella appunto citata prima. Tuttavia, merita anche un corposo approfondimento.
Infatti se prendiamo, ad esempio, un pezzo come Lips, capiamo immediatamente come ci si trovi davanti ad un disco molto stratificato, in cui la cura del suono è un vero e proprio culto. Un culto seguito con abnegazione e costanza da Sun Ground, ovvero da Antonio Luvarà, un producer innamorato dei sintetizzatori analogici. E qui, a proposito di sintetizzatori, c'è un vero e proprio tripudio. Un tripudio gustoso com'è gustoso l'incedere di Lips, con quella parte centrale elegante e sinuosa e quei suoni inconfondibili di macchinari caldi e analogici come non mai. Pills è un lavoro veramente molto interessante che arriva in un momento in cui la musica ambient, diciamo così, più dance, un po' soffriva, bisogna ammetterlo. Ed allora ci pensa Luvarà a ridestare un po' tutti da questo lungo sonno. Fidatevi: il risveglio è veramente migliore con un paio di sintetizzatori di fianco al vostro comodino.
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La recensione Pills di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-03-31 08:10:59
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