”Il mio rapporto con l’infinito si esplica in complessi di castrazione”. No, non sono i Marlene Kuntz, né dei loro epigoni (anche se a livello di voce a volte il pensiero può correre al Godano più irato), ma un gruppo romano. Che suona un rock tirato e violento. Chitarre bene in evidenza e tiro deciso.
I testi si muovono tra frasi ad effetto, come quella citata, e frequenti riferimenti sessuali che, ormai non più scandalizzanti, rischiano di limitare l’impatto del gruppo.
Impatto che, tuttavia, è senza dubbio positivo: la compattezza è notevole, la monotonia lontana e, se si eccettua una quarta traccia un po’ troppo crossover rispetto alle altre e, per questo, apparentemente fuori luogo, si può affermare che il disco è un lavoro sostanzialmente riuscito.
Qualche (necessaria) limatura e gli Tsunami potrebbero tirar fuori qualcosa di buono.
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La recensione demo 2005 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-11-14 00:00:00
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