Sunflower Invisible 2005 - Indie

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Alla fine è vero che ogni cosa può essere valutata differentemente a seconda dei livelli di analisi, e che ogni persona può esprimere opinioni apparentemente opposte su un’opera ed essere perfettamente coerente e sincero.

Prendiamo ad esempio questo disco, esordio dei Sunflower. Una cinquantina di minuti di rock melodico in inglese, atmosfere rilassate, brani curati, accorti, elettronica ben dosata a decoro e vanto di una produzione azzeccata e di livello. Ad impreziosire il tutto momenti anche molto piacevoli come “KC”, “Blinded”, “Plastic” e la mia traccia preferita, “Spider”. Sicuramente una prova di livello, un risultato premiante per una band tutto sommato giovane, un disco di cui andare fieri. Ma non basta.

Permangono punti da migliorare assolutamente prima di potersi dire soddisfatti. C’è da togliere di mezzo questo inglese poco inglese, e con lui i testi, criptici, onanistici e poco ispirati. C’è da essere più selettivi nel materiale, perché, per quanto ci si sforzi, non tutti i brani riescono col buco, e spesso è meglio lasciarne da parte, magari per il futuro, magari per se stessi. Bisogna tentare di essere sembre brillanti, e ricordarsi che è meglio una ricetta risaputa ma eseguita in maniera impeccabile che un piatto ricercato dagli esiti mediocri.

Ad ogni modo il bicchiere è mezzo pieno, e questo “Invisible” può essere considerato un disco con cui cominciare ad allargare i propri orizzonti, la propria base di fan, occasione di nuove esperienze e confronti. Un buon punto di partenza.

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La recensione Invisible di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-02-04 00:00:00

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