Poesia d'altri tempi
Lo straniero è il titolo del disco d'esordio da solista di Lalla Bertolini, cantautrice romana con diversi anni di esperienza alle spalle e parecchi progetti che l'hanno portata in lungo e in largo sullo stivale.
La Bertolini ha una storia musicale di tutto rispetto: attiva artisticamente dal lontano 1990 vince il Premio Italiano Giovani indetto da "Musica" (un supplemento di Repubblica) e negli anni successivi porta sui palchi italiani progetti interessantissimi come "The piercing virtue", disco basato su testi di Emily Dickinson e mai pubblicato. Proprio le sue versioni musicate dei versi della poetessa statunitense la portano a vincere il Premio "Suona la poesia", indetto dal MEI di Faenza. Ma nella sua carriera spiccano anche i concerti/studio su Fabrizio De Andrè e progetti di supporto a cantautori romani avviati dal 2015 in poi.
Lo straniero è quindi solo l'ultimo di una serie di capitoli che raccontano la storia di questa affascinante autrice. Si tratta di un disco arrangiato in modo più che essenziale, con chitarra e voce a fare le parti dei protagonisti. Otto brani che raccontano visioni e suggestioni raccolte da una stanza bunker di un'ipotetica Roma in fiamme, metafora di un Occidente alla deriva. Praticamente difficile trovare un disco più attuale.
I racconti sono affidati ad un'interpretazione cupa e fortemente emotiva, atmosfere oscure e vagamente malinconiche, accompagnate da una scrittura di straordinario livello. Quelle della Bertolini sono canzoni in forma di poesia, storie nel tempo e fuori dal tempo. Si parte da "'923", brano che racconta l'amore ai tempi del fascismo, una relazione avvelenata dall'angoscia del mondo circostante. Un amore non molto diverso da quello presente ne "La rete", testo che narra di come i sentimenti si perdano all'interno degli immensi flussi della navigazione digitale. Gli arrangiamenti asciutti mettono insieme influenze che riprendono tanto le atmosfere di Leonard Cohen quanto quelle del De Andrè dei primi lavori, ma con una poetica più vicina a dischi come Vol.8 e Anime Salve. Allo stesso tempo si trovano echi dei primissimi esperimenti noir di Scott Walker e passaggi del Dylan più malinconico. Proprio la traccia "Bob Dylan" è dedicata al cantautore americano, criticato per non essersi presentato di persona a ritirare il premio Nobel a Stoccolma.
Ma è la title track "Lo straniero" quella che riassume in maniera completa le tematiche e il senso del disco. Abbandonare il noto per l'ignoto, l'avere a che fare con un continente sconosciuto e inesplorato può provocare nell'essere umano una sensazione di terrore in grado di paralizzare le emozioni. Il brano è attualissimo e sconcertante, ci fa riflettere su quanto sia debole la sfera delle emozioni umane e quanto siano imprevedibili le reazioni dell'uomo quando si trova di fronte a quello che non si conosce. La paura dello straniero, sconosciuto e potenziale nemico, incubo idealizzato nei decenni dal nostro popolo. Quello straniero che non passa sin dai tempi della Canzone del Piave e che ancora ci fa così tanta paura. La soluzione per evadere dall'angoscia si risolve nella poesia più intima e allo stesso tempo reazionaria di "Addio Compagni", per arrivare a trovare conforto nel ritorno alle origini e ad un ambiente più familiare raccontato in "Padre Pio".
Lalla Bertolini ci regala un disco intenso che profuma di capolavoro del cantautorato italiano indipendente. Un viaggio-visione attraverso luoghi ed emozioni, storie altrui e vicende personali, oscurità e luce in eterno contrasto tra loro. Passato e presente si intrecciano e mostrano la medesima crudeltà, la stessa necessità di trovare rifugio e conforto, il bisogno di fuga da ciò che ci appare un pericolo, talvolta anche in maniera del tutto irrazionale. La cantautrice romana mette a nudo la debolezza umana e sociale della civiltà contemporanea, la accoltella dolcemente con una poesia musicale d'altri tempi. Lo straniero è uno schiaffo potente e marcato alle nuove leve, un manifesto che ancora una volta evidenzia (senza alzare la voce) il potere immenso della musica. La Bertolini ci riporta per un momento ai tempi in cui l' eletta schiera (come direbbe qualcuno un po' più avvelenato e parecchio avanti con gli anni) aveva un ruolo enorme nell'organismo culturale e intellettuale del nostro Paese.
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La recensione LO STRANIERO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-04-26 09:29:04
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