Pop-rock leggiadro. Si poteva fare (forse) di più. Ma anche molto ma molto di peggio
Occorre partire da un presupposto per analizzare Non siamo mica le star di Francesco Vannini. Ovvero non scordarsi mai che le nove tracce qui contenute sono interamente scritte, arrangiate, programmate e suonate dallo stesso Vannini nel proprio studio di registrazione. Non è un dato scontato o da tenere poco sotto conto visto che la costruzione pop-rock del cantautore palermitano è solida, ben realizzata e veramente parrebbe il frutto di un lavoro di più persone. E in realtà no, la penna che ha scritto, per esempio, Resto comodo e la medesima mano che l'ha arrangiato e prodotto. E quindi pare evidente come solo per questo dato di fatto un bel "bravò" a Vannini va concesso no?
Ma c'è anche altro in questo, ovvero una scrittura lieve ma abbastanza diretta, che pone bene sul tavole sia le influenze dell'artista siciliano sia i propri tratti distintivi. Dal punto di vista degli arrangiamenti ecco qui, forse, ci sono gli unici veri problemi. Infatti, l'abbiamo anche ricordato all'inizio, questo è un disco pop-rock, molto radiofonico e quindi non ha bisogno di chissà quali orchestrazioni. Tuttavia, specialmente nella parte terminale dell'album, qualche soluzione troppo facile e troppo conservativa l'abbiamo ascoltata ma, tutto sommato, sono peccati di piccolo conto. Al netto di tutto il disco è buono, il lavoro di Vannini è ottimo e quindi il sette in pagella non lo si può proprio negare.
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La recensione Non siamo mica le star di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-05-15 00:00:00
COMMENTI (2)
Oddio dopo aver ascoltato qualche brano posso affermare che oltre a non essere capace di recensire gli altri in quanto privo di argomentazioni musicali come si evince da questi abbozzi obbrobri tentativi di dire qualcosa musicalmente cosa che non può riuscire ad uno che è agli antipodi del buon gusto musicale. Ti invito a darti ad un altro hobby sia come produzione che come presunzione di giudicare gli altri quando si è evidentemente inetti artisticamente. Arrangiamenti pacchiani incapacità di sviluppo melodico aggiungiamoci scarsa qualità dei suoni, imprecisioni del tempo sulla cassa e la batteria in aggiunta accelerazioni improvvise metronomiche insomma un pasticcio mettiamoci pure voce afona priva di profondità scialba nell'effeftistica che neanche è abbozzata per tentare di compensare la pochezza vocale. Testi da 15 enne che fanno ridere,.Non mi resta da dire cambia campo gioca ai cavalli invece di tentare di denigrare il lavoro degli altri perché evidentemente per frustrazione non si riesce a compierne di propri degni della qualifica d*arte.L'invidia brutta bestia oggi
Grazie di cuore per la buona recensione!