Un album denso di espressività e ricco di idee che sperimenta formule mai uguali a loro stesse
Non saprei dire se gli Ubba Bond siano "il segreto meglio custodito della musica italiana", come al duo bolognese piace definirsi, ma in ogni caso l'ascolto di "Mangiasabbia" non può decisamente lasciare indifferenti.
Guglielmo Ubaldi e Andrea Bondi, che in quasi dieci anni di carriera hanno reso il loro sodalizio artistico mutabile e sfaccettato, propongono qui un album denso di espressività e ricco di idee, sperimentando formule mai uguali a loro stesse.
Attraverso un’estetica peculiare e una buona dose di ironia, la band realizza un cantautorato originale e ben costruito sulle cui basi poggiano testi efficaci e comunicativi che proiettano immagini nitide e sensazioni nette. Al contempo, la varietà delle dinamiche sonore fa sì che l’equilibrio creativo venga rotto di continuo mescolando gli elementi senza disorientare l’ascoltatore.
Così è piacevole scoprire via via che allo spoken-word luminoso di “Bob” si affiancano il rock-cantautorale di “Girasoli olandesi” gli ambienti più intimi di “Sale”, le sperimentazioni di “Le correnti”, le atmosfere solari di “Sushi”, l’energia coinvolgente di “Temporeale”, fino alle aperture brillanti della conclusiva “Piove il mondo”.
Poco altro da aggiungere. “Mangiasabbia” è un disco difficile da definire con dentro tante cose da trovare: un piccolo gioiello a cui dedicare tempo e interesse.
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La recensione Mangiasabbia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-06-04 21:39:54
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