Wet Floor: La città era piena di rumore
La città era piena di rumore è il titolo del terzo lavoro in stuido dei Wet Floor, band brianzola che torna in sala di registrazione in veste rinnovata dopo l'ultimo disco Profezia in dodici pezzi del 2014.
Questo nuovo album è composto da dieci brani che risentono ancora parecchio dello stile garage rock che la band a quanto pare non ha perso negli anni. Ma già dal pezzo "Icaro" è intuibile l'intensità che la band ha messo dentro alle canzoni durante la gestazione dell'album: chitarra bella spinta, cori, ritornello da urlare a squarciagola in perfetto stile Fask. Oltre all'energia c'è anche la malinconia di brani come "Congiunzione Astrale" e della conclusiva "Dono di natura", che dilatano all'infinito le impressioni e le sensazioni di un sound grezzo e passionale. Il disco, prendendo spunto dal libro di narrativa per ragazzi Luì e l'arte di andare nel bosco (Luigi Mainolfi, Guido Quarzo), prova a restituirne la stessa atmosfera confusionaria e "rumorosa". Ci riesce alla perfezione con brani come "L'ultima sigaretta", "Tokyo", la punkettara "Lettere di Natale", senza contare la title track e il bellissimo singolo "Rock Therapy", una marcia alternative rock vecchio stile che adatta la sua sonorità ai concetti che vuole esprimere.
La città era piena di rumore è un disco straordinariamente caotico e quindi raggiunge completamente il suo obbiettivo. I Wet Floor perfezionano la loro macchina artificiale spara-rumore e ce la puntano in faccia non come un'arma ma piuttosto come un fiore raro, con un romanticismo tutto personale e fedele al tempo incerto e confusionario che stiamo vivendo.
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La recensione La città era piena di rumore di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-05-08 09:00:47
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