Pianista e compositore, Massimo Natali ci accompagna in un mondo rarefatto e distante da tutto e da tutti
Distanziamento. Quante volte, in questi mesi, abbiamo letto, sentito o pronunciata questa parola? Beh, tantissime, ne siamo sicuri eppure non c'è termine più corretto per descrivere questo "Nobody's Home" del pianista e compositore Massimo Natali se non proprio con distanziamento. Un distanziamento che è, prima di ogni cosa, concettuale e artistico se, ad esempio, si ascolta una traccia come "Hills". Natali infatti, grazie a un impasto di classica ibridata con una musica easy-listening "da serie televisiva bella e struggente", riesce, praticamente in ogni suo pezzo, a descrivere mondi lontanissimi e distanti da tutto e da tutti e, incredibile a dirsi, ci accompagna a visitarla, lasciandoci però un attimo prima di toccare terra.
Già perché la questione è proprio questa: pur se distanziati, in un certo qual modo soli e "persi", allo stesso modo del Petrarca che "solo e pensoso percorro in lungo e in largo (vo mesurando) i campi" non abbiamo mai paura o malinconia in questa nostra condizione, tutt'altro. In "Nobody's Home" la bellezza sta proprio nell'abbandonarsi a questa solitudine cosmica e a questo distanziamento totale. Perché, in fondo, lo sappiamo bene che, una volta terminato l'ennesima ascolto dell'album, saremo se non più vicini quanto meno più consapevoli della nostra, intrinseca, distanza.
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La recensione Nobody's Home di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-09-02 08:13:51
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