Mutuando le note di copertina di un album dei CCCP (“Live in Punkow”), verrebbe da dire: “Questo disco suona come una Trabant: tre cilindri, tre marce, prima seconda terza”. Una definizione che ben si adatta a descrive le velleità (immediatezza e grinta) trasfuse da questa band triestina, ma che, tuttavia, non deve sviare riguardo le loro coordinate musicali.
I quattro pezzi proposti, sono, infatti, una combinazione di ritmi (punk, groove indie, elettronica, reggae e pop) assemblati con il solo intento di “far muovere i culi e far sudare la gente”. Sono brani nati in una soffitta a pochi metri dal confine, in un territorio che risente fortemente delle influenze culturali provenienti dai territori circostanti; canzoni dagli umori cosmopoliti, fortemente suggestionate dagli input sonori che arrivano da Lubiana, Vienna e Milano.
Se l’intento è quello di “far muovere i culi e far sudare la gente”, i ragazzici riescono alla grande e lo fanno con, davvero, una buona dose di gusto ed originalità.
P.S. (che trascende dal discorso prettamente musicale): davvero splendida l’iconografia usata per copertine, flyer e manifesti; immagini a marchio DDR che trasfondono un tenue sapore di “Ostalgie” (la nostalgia dell’est che provano gli ex cittadini della Repubblica Democratica Tedesca).
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-10-11 00:00:00
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