Un disco sperimentale poco coraggioso.
Giuma è un polistrumentista. Si destreggia tra batteria, pianoforte e programmazioni, definendo il proprio sound, certamente frutto di appassionate sperimentazioni. Si chiama "Involuzione Umana" il suo disco solista d'esordio. Vuole essere appunto una rappresentazione musicata della cosiddetta involuzione, il ripiegamento su se stessi. Un gesto di auto-protezione che compie chi è in difficoltà, un ritorno alla zona di comfort dopo partenze fallimentari. E il modo in cui l'album si costruisce ne è una perfetta immagine.
Tutte le tracce sono sospese nel limbo che sta tra il brano strumentale e l'intermezzo; sono difficilmente inquadrabili. E danno soprattutto l'idea di ciò che stanno a simboleggiare. Timide partenze, ripensamenti, interruzioni. Senza particolari schematismi Giuma riesce a mettere in atto alla perfezione il suo intento.
Ora c'è da chiedersi se questo sia un bene o meno, perchè "Involuzione Umana", forse proprio per questa sua frammentarietà (ma non solo), risulta ostico da ascoltare, e non particolarmente entusiasmante. Dopo i primi dieci minuti, dove pur con lo spezzettamento di cui sopra si percepisce un crescendo interessante di intensità ed emozioni, il tutto pare sedersi, non voler più spingersi oltre.
Pare quasi una scelta di comodo, e i tentennamenti che si sentono da qui in poi, lasciano piano piano spazio a una monotonia da cui veniamo svegliati da qualche sbalzo, da qualche sprazzo di coraggio, verso il finale. Quella che va a perdersi, ad annacquarsi, è proprio la precisa direzione espressiva. Nemmeno i due non brillantissimi brani coi testi recitati dalla voce metallica ("Dio Senza Un Dio" e "Involuzione Umana") riescono a risollevare il tono del lavoro. Sarebbero dovuti essere un momento di riflessione politica, ma le frasi un po' sempliciotte si perdono a tratti nel resto della musica.
A parte qualche momento indubbiamente interessante, "Involuzione Umana" risulta un disco debole, poco centrato; e per questo, ci dispiace parecchio.
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La recensione Involuzione Umana di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-05-02 18:31:45
COMMENTI (4)
Però su una cosa prendo atto. È frammentario, e questo lo riconosco, prenderò atto della critica, tanto ancora non è stato stampato...
Gabriele, il risveglio di Mattei, è semplicemente perché io abito in quell via, quei uccelli sono quello che sento, registrati con un telefono, il brano per l'appunto è stato tagliato e modificato a casa in quella via, non cito Mattei in nessun altro modo.
Tempo D'attesa è un altra cosa, anche se batteria piano ed altre cose son sempre le mie, ma è un disco pienamente anni 70, un viaggio vero e proprio. Non rimango male delle critiche anzi, i punti di vista vanno rispettati, ma mi ha dato fastidio che non hai capito. Il senso di diverse cose, forse ripeto, un album troppo diverso, può piacere o no certamente ma sono i modi in cui si scrivono certe cose sul proprio lavoro che danno fastidio, per l'appunto a 20 anni avete la scusa di poterlo fare, o la presunzione?
Per fortuna nomi noti del panorama storico Rock italiano hanno fatto i complimenti, forse hanno capito. Il senso...
Ciao caro @GIUMA.. Spero non ti dia fastidio se ti do del tu.
Non era minimamente mia intenzione offenderti, sparare a zero sul tuo lavoro, anzi. Dove ho trovato cose belle e interessanti non mi sono trattenuto dal segnalarlo.
Tuttavia, supponendo che tu abbia più di 20 anni, dunque che tu sia pienamente un adulto, mi dispiace che tu non possa accettare un commento parzialmente negativo a un tuo lavoro, soprattutto se giustificato e non aggressivo. In più il tuo commento entra poco nel merito della mia recensione...
Prima di tutto non ho scritto che mi aspettavo un disco pop, o che il disco non mi ha convinto del tutto perché non-pop. Sarei stato uno stupido ad affermare questo. E infatti l’ho ascoltato più e più volte, cercando di entrarci del tutto e provando a comprenderlo per quanto mi fosse possibile. Ti dirò di più, ho perfino ascoltato il disco della tua band Tempo D’Attesa, per avere un’idea più larga di quello che fai.
Inoltre non ho scritto che il disco dovesse essere sparato a mille, dunque anche questa parte del tuo commento è abbastanza campata per aria.
Per concludere chiedo scusa per essere nato troppo tardi per capire la storia, ma aggiungo che se il riferimento era nel brano “Il risveglio di Mattei”, davvero non ho capito come la musica fosse collegata alla vita di Enrico Mattei, dunque non ne ho scritto nulla al riguardo.
Sarebbe stato forse più gentile da parte tua spiegarmi i riferimenti e le citazioni da me non colte, anziché trincerarti dietro al tuo sapere.
Un abbraccio,
Gabriele
A 20 anni credo si debba avere il rispetto di parlare di sempliciotto, o di banalità, quel suono metallico indica esattamente lo status che viviamo, i tasti e non le parole reali. Involuzione Umana non è un disco pop, non va a cercare le classifiche e non è un disco da un ascolto e via. Volutamente difficile e ostico, peccato che chi ha fatto la recensione , non conosca a questo punto la storia, perchè ci sono degli omaggi che alla sua età non può conoscere, forse ignora l'esistenza . Mi stanno bene le critiche se si ha il modo per farle e la conoscenza al di fuori che io sappia suonare o no , che sia bello o no il disco . Basta leggersi i titoli per non aspettarsi il disco sparato a mille.