Ascolto terapeutico per fare tesoro della quarantena: Strangis immerge l'ascoltatore in tappeti sonori curativi
Una delle idee che aleggia nel settore musicale in questa fase due dell'emergenza è relativa a quanta produzione artistica verrà fuori dalla quarantena. C'è curiosità, ed a tratti anche timore riguardo la qualità media del materiale in pubblicazione. Oggi mi sento fortunato perché posso parlare di un disco molto interessante: il titolo è “lockdown voice messages beats”, autoproduzione plasmata da Strangis.
Undici tracce collegate da un concept essenziale ma al tempo stesso di grossa incisività: su tappeti sonori riconducibili all'hip hop ed al lo-fi vengono cesellate note vocali e conversazioni provenienti dai quattro angoli del globo. L'artista riesce a connettere varie sfaccettature del suo privato, in piena coerenza con l'anima errante che lo porta a viaggiare spesso tra Lamezia Terme e Firenze. Addentrandosi in queste undici istantanee di vita, ne viene fuori un ascolto immersivo dove ognuno può ritrovare le proprie difficoltà quotidiane, la distanza dagli affetti e la necessità di aggrapparsi a qualcosa di digitale, tutto quello che ha caratterizzato la prima fase del lockdown.
Se scende una lacrima, parte un magone o sentite un peso maledetto alla bocca dello stomaco è tutto normale: questa è la terapia d'ascolto di Strangis. Perché se ne verremo fuori non sarà di certo dicendo che “andrà tutto bene”, ma facendo tesoro della sofferenza e della distanza. Naturale ed istantaneo mi torna alla mente il progetto “I migliori pensieri” concretizzato da DJ Gruff, ed una frase emblematica detta dal producer: “come la necessità aguzza l’ingegno, la solitudine fa con la fantasia”.
Bravo Strangis.
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La recensione lockdown voice messages beats di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-05-11 13:33:18
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