Una polaroid sul lockdown che con sonorità lo-fi e gusto cantautorale racconta la quotidianità ai tempi della quarantena
Lo diceva già Einstein che “la creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie” e infatti proprio l’angoscia del lockdown forzato a cui ci ha costretti il covid19 è stata la culla della creatività e dell’inventiva di Mario Nardi, alias Karpakoi, cantautore sardo che dopo anni di gavetta in Inghilterra esordisce in piena pandemia e non a caso con un disco intitolato “Motel quarantena”, registrato a casa ed “entro i termini del lockdown”, come rivela nelle note biografiche che accompagnano il disco.
L’album racchiude una dozzina di brani, tutti cantati in lingua madre a differenza della precedente produzione di Nardi in inglese, e germoglia principalmente intorno ai longevi arbusti dell’indie-rock di stampo cantautorale, come una temeraria e dinamica pianta rampicante che ama curiosare nei dintorni e aggrapparsi a sonorità differenti che fioriscono generose nelle sue vicinanze, dai fangosi terreni del folk alle sabbie mobili della psichedelia passando per le zone rocciose del desert rock. A far da collante nonché gustosa nota di colore dei brani è inoltre il retrogusto vintage cercato tra gli arrangiamenti e le doppie voci ma favorito anche dalla necessaria qualità amatoriale delle registrazioni, essendo queste avvenute (come si diceva all’inizio) nell’appartamento dell’artista chiuso in casa per la quarantena.
I temi naturalmente ruotano tutti intorno al periodo di arresto forzato tra le proprie mura domestiche, ma la penna del nostro non si ferma mai in superficie e scava ben più a fondo, mescolando realtà, pensieri, fantasie e riflessioni con una buona dose di sarcasmo che accompagna quasi tutte le canzoni. I momenti migliori del lotto restano comunque l’iniziale “Burraska”, “Olivia (il compleanno del mio cane)” e “Variabilmente sereni” (cantata insieme alla sua compagna), tre esilaranti storie quotidiane narrate con originalità e interpretazioni vocali divertite che mettono bene in luce l’estro di Karpakoi.
Un ottimo esordio che, nel marasma di pezzi sfusi e progetti sfornati dagli artisti più disparati in occasione del lockdown, si pone sicuramente tra i più autentici e personali.
---
La recensione Motel Quarantena di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-06-03 19:14:49
COMMENTI