Libero istinto in cinque tracce da giungla: "Kava kava" è un ascolto carismatico che ci restituisce la libertà.
Una conoscenza avvenuta sul palco, quella tra Lampreda e Nautilus Frank, che nel corso degli ultimi tre anni hanno affinato la propria sintonia artistica giungendo a piena maturazione in fase di lockdown: il risultato è “Kava Kava”, extended play pubblicato per l'etichetta fiorentina Biodiversità Records.
Titolo emblematico, in quanto richiama la bevanda cerimoniale dalle proprietà rilassanti utilizzata in molte isole del Pacifico: suggestioni oniriche nei cinque brani che formano l'ascolto ci portano a viaggiare fra i tropici e l'Africa, in tribalismi dall'incedere quasi eucaristico che ricordano Go Dugong e Populous delle precedenti release. La quadratura del cerchio si concretizza partendo dall'origine creativa: i pattern sonori erano ninnananne per sole percussioni composte da Lampreda, ed il confronto con il sodale Nautilus Frank ha permesso di far brillare tutto il potenziale nascosto nelle tracce. C'è elettronica, ritmo ed anche qualche risvolto urban e di world music. L'idea è di vivere un dj set notturno coi piedi nell'erba, trascinati dai bassi che fanno vibrare ogni cellula ed il calore che non lascia tregua.
Questo disco è una giungla dove mi perderei volentieri: il duo toscano dimostra muscoli e disciplina tecnica confezionando un album pronto a restituire sensazioni di libertà quasi animalesca. Se questo è un punto di partenza, sono proprio curioso di assistere agli ulteriori sviluppi di questo progetto. Ascolto molto figo.
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La recensione Kava Kava di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-06-11 00:59:20
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