Spunti interessanti non sempre portati a compimento
Parliamoci chiaramente: nella musica, come del resto nell'arte in generale, una delle cose più difficili e complesse da fare è raccontare il presente in modo originale e non scontato. Partendo da questa considerazione l'esordio degli Invisible Wave può essere inteso in due modi: il primo è quello di apprezzare l'arditezza nel volere, giustappunto, esordire cantando e suonando "del presente", dall'altro constatare come non tutto in questo "Stay Safe" funzioni a dovere. Ma, partiamo dalla pars construens. La band friulana, fondata da Guido Tonizzo, scrittore e mental coach, oltre che cantante, imposta la sua linea musicale su una new-wave molto muscolare, elettrica e "feroce", con echi rock, se non alle volte quasi metal e un'energia invidiabile. Al contempo, dal punto di vista testuale, e pezzi come "Fake News" sono lì a confermarlo, spesso e volentieri l'argomento è il momento attuale. Ecco, questa commistione funziona alle volte e alle volte funziona meno.
Musicalmente parlando, pur con arrangiamenti semplici, l'ascoltatore non è mai preso dalla noia, anche se, come ricordato prima, l'eccessiva linearità delle orchestrazione può portare a un minimo di "già sentito". Quello però dove ci sentiamo di muovere se non le critiche maggiori quantomeno di avanzare i nostri più seri dubbi, sono i testi.
Testi verbosi, liriche che eccessivamente insistono sul dato attuale, un paroliere insomma che non convince appieno non tanto perché non è istintivo o dà la sensazione di non essere autentico quanto perché se proprio si vuole utilizzare il filtro dell’intellettualità a tutti i costi nello scrivere canzoni, allora noi, come ascoltatori e fruitori di musica, aspiriamo a qualcosa di più. Tuttavia, l'abbiamo detto all'inizio: questo è un esordio e siamo convinti che i friuliani potranno rifarsi di questi piccoli/grandi passi falsi quanto prima.
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La recensione Stay Safe di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-06-19 08:12:07
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