Gli Officine Aurora vengono da Torino e il loro ultimo lavoro esce per la Toast Records, ventennale etichetta italiana che ha prodotto anche il loro esordio, qualche anno fa. La musica che propongono è un punk-hard-rock cantato in italiano, molto convenzionale nella struttura dei pezzi, per quanto aggiornato alle sonorità del noise rock. Una sorta di Cult virati verso gli ultimi Sonic Youth. Di loro mi piacciono soprattutto i suoni di basso e chitarra, mentre la batteria è troppo monotona (anche se volutamente) e le melodie fin troppo orecchiabili.
I brani migliori sono tutti all’inizio. “Niente è come dovrebbe” ha echi di garage revival, “Tanto per cambiare” è dominata da un tono enfatico alla U2, “Nessuna pressione” procede con l’incedere cadenzato dei Cult, ecc. Poi nella seconda metà del disco le canzoni si fanno meno interessanti, molto derivative di gruppi come Afterhours o Marlene Kuntz (ad esempio “Lo stato delle cose”) se non addirittura di Litfiba o Ligabue (“La nuova beat”).
Nel complesso si tratta di un cd che non propone niente di nuovo, ma che comunque si lascia ascoltare. Di certo meglio dei dischi che dominano le classifiche italiane.
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La recensione Carne di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-11-01 00:00:00
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