Un buon esordio, compatto tra rock ed elettronica.
La parola "collettivo" sembra così desueta che viene usata ormai pochissimo; designatrice per lo più ormai di piccole organizzazioni politiche di studenti, pare aver perso la sua forza in ambito musicale. Ma nel 2020 inoltrato vediamo uscire l'ep d'esordio dei 17 Stripes, un vero e proprio collettivo artistico. Musici, visual designer, videomaker. Il tentativo -dicono loro- è quello di creare una matrice artistica aperta a diverse contaminazioni.
Obiettivo raggiunto. Le quattro tracce che compongono The Clairvoyant's beat godono di una doppia influenza stilistica. Da una parte l'anima più rock di Cri DL, chitarra e voce, e dall'altra quella elettronica, rappresentata dalle produzioni di Esse Effe. Il risultato è fortemente anni '90; un crossover cazzuto che spazia fino alla techno.
L'inizio del lavoro, affidato ad Awareness, gioca su un sound acido, tra strofe quasi rappate e un ritornello più classicheggiante e melodico. E sono proprio i ritornelli a far deviare la band dallo standard del crossover. Non mancano le incursioni di chitarra che fanno subito pensare ai Muse, o momenti d'eco agli Aerosmith, come in Love like a python, canzone d'amore dal sapore amaro.
Sul finale arriva la sterzata però. Ingranata la quinta i 17 Stripes entrano nel territorio molto caro ai Prodigy. La componente elettronica si fa più ingombrante, le strofe secchissime, la voce filtrata. Finiamo così, un po' frastornati da questo colpo di frusta che chiude tutto.
The Clairvoyant's beat è un ep che non profuma certo di novità. I suoni, le influenze sono figli di un decennio che, nel bene o nel male, difficilmente ci scrolleremo di dosso a breve. Tuttavia c'è un'amalgama buona, che fa suonare il tutto in modo convincente e solido, che ci fa stare piacevolmente sull'onda per questo quarto d'ora spaccato. Ora si può solo crescere.
---
La recensione The Clairvoyant's beat di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-07-28 20:08:21
COMMENTI