Ecco un prodotto tipicamente emanuelistico. Ho un amico, Emanuele, che ama ascoltare musica originale, di buon gusto e che non ha ampio mercato, e il lavoro dei Magredea spherophonic si colloca in questa breve definizione. In “Le due metà” la tradizione e il sapore antico del vernacolo calabrese si fonde con influenze progressive di gruppi come il Banco del Mutuo Soccorso e gli Area, i ritmi etnici si accompagnano a suoni elettronici creando melodie intense e avvolgenti.
In "L’amar ‘nta vucca" la voce femminile incisiva e pulita scivola su una struttura musicale simile a un tappeto liscio, con intarsi prog. Si passa poi, con "Idda", a una ballata tribale da ascoltare ad occhi chiusi, con richiami alla vita sostenuti dalle percussioni. Ne "Il canto delle sirene" si procede nel viaggio della band immersi in morbide sonorità psichedeliche che si fanno più presenti, lasciando meno spazio alle radici mediterranee, nell’anglo-calabro di "Come back!", la traccia più originale. Il cd si chiude con "Le due metà", un pezzo recitato che trae ispirazione da una poesia di Garcia Lorca, della quale si citano alcuni frammenti.
I Magredea spherophonic realizzano con questo lavoro un progetto musicale degno di nota, sicuramente di non facile ascolto, primitivo e contemporaneo allo stesso tempo, un viaggio attraverso vari stili che si spinge alla ricerca del Nuovo: un cd perfettamente emanuelistico.
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La recensione Le Due Metà di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-11-06 00:00:00
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