“Beyond2Doors”: una finestra aperta sul glorioso passato del rock
C’era una smaniosa voglia di rompere gli schemi sul finire degli anni ’60, quando il rock dava vita ad un periodo musicale prolifico e creativo; nuovi guerrieri erano sulla rampa di lancio pronti a diventare leggende. L’album di oggi si chiama “Beyond2Doors” e ora provate a rispondere a questo semplice indovinello: quale rock band d’oltreoceano, tra le più influenti di quegli anni, vi suggerisce il titolo? Il richiamo ai Doors è sin troppo evidente. In effetti, John Attanasio realizza un album ricchissimo di suggestioni che rimandano al rock psichedelico del leggendario gruppo di Jim Morrison e l’atmosfera è quella, affascinante o inquietante, della band che vive due volte. Molti pezzi del disco conducono, senza la minima oscillazione, dritti nel cuore di questa intramontabile gloria, dando l’impressione di un mito che si celebra ogni volta.
Partendo da “King money” e continuando in rapida successione, ascoltiamo “In the club” e “Baby up baby down”: c’è un accanito richiamo alle radici americane e all’epoca d’oro del rock, in questi pezzi che parlano di denaro, desiderio, passione; l’intento è nobile, il risultato non delude e il vento del mito “The Doors” soffia anche alle spalle di “Black forest”, una foresta nera senza ricordi e senza Dio. Poi arrivano le ballate che consolidano il contenuto del disco, tentativo riuscito di parlare d’amore senza risultare stucchevole (“Sacred flight”, “Time is over”) e di ritrovare sé stessi (“I lost my angel”, “Silent roads”, “In the morning”). Infine “God save every soldier” e “Miss dog” spingono l’ascoltatore verso una curvatura più elettronica e il sacro furore del rock lascia lo spazio al pop.
“Beyond2Doors” ci appare una formula scritta oggi ma affacciata in finestra a guardare l’epico passato del rock e con la voce che canta, tutta estensione e calore. Troppo nostalgico?
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La recensione Beyond2Doors di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-08-15 18:59:42
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