Il surreale cocktail di synth pop, rock e umorismo demenziale degli Olio su Telnet convince solo a metà
Onestamente non avremmo saputo cosa aspettarci da un gruppo che si presenta come ‘la prima band incel italiana’, probabilmente niente di buono. E invece gli Olio su Telnet, duo perugino alla seconda pubblicazione ufficiale (a sua volta prima di una serie di release), si presentano bene con un bell’artwork ispirato alle edizioni Adelphi e soprattutto con un sound intrigante. Dominano la scena synth retrofuturisti, all’incrocio fra synth pop, italo disco e relativi revival, voci distorte e suoni scomposti (Claudia); poi entrano nel gioco anche ritmiche industrial e chitarre distorte (La Legione di Cesare), dialoghi di synth e chitarra acustica in area post-rock (Incidente Zero), e ne viene fuori un efficace melange dall’estetica un po’ vaporwave, in cui si alternano senza soluzione di continuità synth pop, elementi rock a vario titolo ed elettronica abbastanza sofisticata. Le recensione potrebbe chiudersi così se riguardasse i vari brani strumentali o quelli con poco cantato; e invece, soprattutto nella parte centrale del lavoro, c’è un fondamentale elemento vocale e narrativo: canto volutamente sguaiato, umorismo nonsense con punte scatologiche, riferimenti ad un universo di cose e persone di cui non sappiamo molto. Patchwork elegante di generi musicali, storie surreali e umorismo para-demenziale: difficile non pensare a una sorta di primi Elio e le Storie Tese con riferimenti attuali e completamente diversi, ed è forse un accostamento banale ma sensato. Il problema è che, giocata così, la parte vocale/testuale non ci ha lasciato quasi nulla, se non qualche melodia potenzialmente efficace; potrebbe essere semplicemente questione di target, chissà, o potrebbe essere che per raccontare storie all’altezza della loro creatività gli Olio su Telnet devono lavorarci ancora un po’.
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La recensione Botanic Night di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-29 00:00:00
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