Il dub vive di nuova linfa in questo lavoro ragionato ed al tempo stesso innovativo
Il dub quale atto creativo, manifesto del proprio stile di comunicazione che rispetta regole e crismi di un genere radicato nei decenni, che trascende dal mero discorso musicale. Mekis si cimenta in un viaggio solista dopo sette anni di lavoro a stretto contatto con ritmi e tempi in levare, plasmando il suo personalissimo “Dub Archive”, percorso tra le roots in streaming, CD e vinile.
Questo long play si compone di nove tracce, dove l'artista bresciano si è lasciato accompagnare da uno stuolo di fidati collaboratori per impreziosire il cammino, articolato ma al tempo stesso coerente, tra i sentieri del dub. Ogni canzone ci lascia sensazioni e sinestesie differenti, in un cammino etereo tra canzoni che si prestano alla contemplazione ed al mondo immaginifico. Sembra quasi che il dub/reggae sia il punto di partenza, ma non quello di arrivo: forte propensione etnica, elettronica presente ma mai troppo invasiva suggeriscono l'idea di un concetto molto più vicino alla world music che ad un singolo genere.
È l'inclusività a farla da padrone, abbattendo qualsivoglia tipo di barriera e perimetro artistico.
All'alba degli anni '20 Mekis ci regala una lezione importante: è ancora possibile suonare musica nata a cinque decenni di distanza. È fondamentale avere la lucida attenzione di costruire canzoni che sappiano includere il presente, nelle strumentazioni usate come nelle strutture sul pentagramma; in questo, c'è la grande intelligenza e sensibilità dell'artista coinvolto in prima persona.
Al quale va concessa un'importante menzione d'onore.
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La recensione Dub Archive di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-09-22 01:12:06
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