Echi di pop sperimentale nelle trame musicali del nuovo disco di Mescala: ascolto carismatico per una seconda volta da tenere in considerazione.
Dopo tre anni di silenzio torna a farsi sentire Giacomo Francini, cantautore senese che utilizza il nome d'arte Mescala per il disco che da seguito a “Psichedèlia”, pubblicato tre anni fa. Il nuovo capitolo discografico si intitola “Vie di periferia”, pubblicato per l'etichetta indipendente Gorilla Punch.
Dieci brani proposti senza troppi fronzoli e parole di circostanza: l'autore di questo pugno di canzoni ci introduce nel suo universo artistico fatto di influenze eterogenee ed una marcata tendenza a confezionare pop da sperimentazione. Ci sono frammenti di vita vissuta, suoni caleidoscopici ed un mood che strizza l'occhio a tendenze musicali di livello elevato: non è raro percepire, nelle increspature del pentagramma, echi di Andrea Laszlo De Simone. Mescala segna un percorso sicuramente interessante, ed ha coraggio ad osare il giusto quando si tratta della seconda pubblicazione, tradizionalmente quella più delicata per quanto c'è da rendere conto al recente passato e quanto più influenzare il prossimo futuro.
In questo caso, tutto si sviluppa con molta naturalezza e senza clamorosi scossoni: “Vie di periferia” è un bel disco di musica italiana che tiene il passo coi tempi risultando moderno senza perdere la bussola nelle mode. C'è identità e riconoscibilità, tanto basta per farcelo accogliere come una graditissima seconda volta.
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La recensione Vie di Periferia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-09-27 13:29:17
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