Jana Draka: Where The Journey Begins
Where The Journey Begins è il titolo del primo disco autoprodotto dei Jana Draka, band di stanza a Roma che è arrivata alla pubblicazione di questo esordio dopo diversi cambi di formazione e vicissitudini varie.
L'album è composto in totale da tredici tracce di prog-rock orientato a calcare le orme delle grandi band che ne hanno fatto la storia, specialmente negli anni Settanta. Abbiamo a che fare con un ascolto abbastanza lungo (ma non in maniera eccessiva) con tracce che quasi mai si piazzano sotto la soglia dei quattro minuti, come vuole la tradizione del genere. Dopo l'Overture iniziale ci becchiamo subito gli otto minuti e passa di Coming Home, brano che nell'intro ricorda vagamente una Home dei Dream Theater di Metropolis pt. II ma che subito dopo l'attacco di batteria si piega alle influenze dei Genesis di Selling England By The Pound. L'anima oscura di Salem (uno dei singoli del disco) ci porta ad apprezzare anche la voce femminile di Sara Mun, prima di lasciare spazio alle sfuriate prog di The Outsider con i cori che affondano le radici nella tradizione del metal scandinavo. La tastiera è lo strumento fondamentale su cui si reggono la maggior parte delle strutture musicali della band, disegnando melodie come quelle delle due parti di A Gem's Last Moment che fanno davvero una bella figura nell'economia del disco. L'altro singolo, Daydream, segue la scia introdotta nella prima parte del disco, con influenze che strizzano l'occhio anche ad una certa scena anni Novanta (Porcupine Tree, A Perfect Circle, Tool), pur senza allontanarsi mai dai capisaldi di riferimento.
Where The Journey Begins è un buon disco prog, che riesce se non altro a non gonfiarci gli zebedei come moltri altri dischi del genere. Gli Jana Draka riescono ad evitare inutili passaggi artificiosi finalizzati all'autocompiacimento e ci regalano circa un'ora di musica di qualità decisamente apprezzabile. Un bel biglietto da visita per gli amanti del genere e per coloro che magari hanno voglia di avvicinarsi al prog senza doversi sorbire le solite quattro ore di musica suddivise in tre pezzi da un'ora e venti ciascuno.
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La recensione Where The Journey Begins di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-17 07:32:08
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