APASH 2012: Left Out Songs (the)
Left Out Songs (the) è il titolo del nuovo disco di Apash 2012, progetto di Busto Arsizio di cui non avevamo notizie discografiche su Rockit dal 2013. Tra le varie comparsate in quelli che sono quasi vent'anni di carriera, una delle più interessanti risale proprio a sette anni fa, quando lo split con i Gouton Rouge intitolato Everest aveva convinto pienamente la nostra redazione.
Qualche anno dopo ci troviamo quindi a parlare di queste nuove dieci tracce che ancora una volta mettono al centro di tutto la melodia e il fattore malinconico, sempre più colonna portante del percorso artistico di questo interessante autore. E se il minimalismo di Wish crea atmosfere lunari e nostalgiche, l'elettronica in pillole di Electrocude ci ritrasporta nei primi Duemila ad intossicarci con i Radiohead di Kid A. Quasi a sorpresa la chitarra ricompare nervosa e triste in My Friend e in Everything's Gonna Be Alright, facendoci riassaporare atmosfere in linea con il grunge più tristone e allo stesso tempo energico di Dinosaur Jr, Pixies, Pavement e i Nirvana. Brani come Hunter e Scars ripiombano nella malinconia più assoluta, regalandoci momenti di nostalgia indie-punk-rock allo stato puro e svariando tra le influenze più storiche e appassionanti del genere.
Left Out Songs (the) è un disco pazzesco che gli amanti dell'indie che fu non devono assolutamente lasciare che passi inosservato. Voce e chitarra si riprendono la scena in maniera totale, lasciando poco spazio alla modernità sonora e rimettendo in primo piano l'emotività e i sentimenti. Per offrire una sintesi di quello che sto scrivendo, andatevi ad ascoltare in particolare i quasi sei minuti di And I Still I Find It Hard To Open My Eyes As The Day Begins, altre parole sono decisamente superflue per descriverne la bellezza.
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La recensione Left Out Songs (the) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-16 07:11:37
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