Nel più fiero spirito blues nasce "Come to my world" per raccontare la distanza prodotta dal lockdown
Anche in Italia il blues è una cosa seria, specie per chi fa del blues una sincera ricerca artistica. Il cuore della scena pulsa dalle parti della Toscana e non smette di battere oltreoceano, in Virginia. Qui, Luca Burgalassi compone produce mixa un nuovo album, sintesi di un’indagine sonora che pone il blues in stretta connessione col folk, il rock, il country e le cui liriche sono lo specchio di uno struggimento interiore sul quale riflettere ogni inflessione emotiva. In questo contesto, radicato nel più fiero spirito blues, nasce “Come to my world”: cronaca di vita privata nel primo lockdown, tra l’Italia e gli Stati Uniti.
Durante l’ascolto delle tracce vengono innalzati monumenti al suono della chitarra acustica e al country blues, con l’utilizzo di banjo, mandolino, dobro, armonica. In un continuo susseguirsi di ritmi e strutture armoniche che comunicano passione e malinconia, si ascoltano le meditabonde “My loving babe”, “All my blues”, “Endless rain”, “Seven”; si assapora il gusto per le ballad in “Climb up high”, “Your lulluby”, “Song in the distance”; si attraversano paesaggi strumentali in “Notte” e “Home", ma è con la title track, quasi a chiusura del disco, che si percepisce la grana sonora e la felicità dell’esecuzione dell’intero lavoro.
“Come to my world” è un album inteso come esperienza che va al di là del contenuto strettamente musicale; è un modo per sentirsi parte di una vicenda umana che ha interessato noi tutti, trasformando le paure e le ansie in qualcosa di bello. A ritmo di blues.
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La recensione Come To My World di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-01-06 17:00:33
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