Fabio Fiocco da Verona è un cantautore. Di quelli senza barba incolta, testi intellettuali ed eskimo d’ordinanza, tra i tanti in possesso delle stimmate della modernità, le stesse che avvicinano la sua cifra stilistica a Marco Parente o Cristina Donà, giusto per fare un paio di nomi non a caso. E con il nume tutelare di Jeff Buckley a osservare dall’alto.
“Fragile” è il disco che tenta di rappresentare il suo mondo, composto da canzoni sofferte ma al tempo stesso sufficientemente intriganti, con buone architetture strumentali che mai dimenticano di strizzare un occhio, anzi, entrambi, alla melodia. Un pop-rock semiacustico tutto sommato di facile presa, che però riesce ad evitare (anche se di collusioni ce ne sono più di una) il pericolo Vibrazioni, lasciando così prevedere che il buon Fabio possa aggiungersi al già lungo (e virtuale…) elenco delle buone promesse dell’underground italico.
Anche se poi “Fragile”, in realtà, non possiede nulla di particolarmente rivoluzionario: siamo nel bel mezzo del derivativo più o meno spinto, pochi i dubbi al riguardo. Ciò non toglie che una certa stoffa ci sia e che le canzoni riescano a farsi apprezzare, al di là di una voce sin troppo vellutata che, alla lunga, può dare più di un fastidio. Quindi il consiglio è di starsene ad aspettare, con abbondanza di fiducia, le sue prossime.
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La recensione Fragile di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-01-01 00:00:00
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